PER UN MOVIMENTO MUNICIPALISTA (MOM)
Il Movimento Municipalista nasce dalla profonda convinzione che la globalizzazione neoliberista abbia fallito e condotto a squilibri economici, sociali ed ambientali enormi, scardinando e smembrando, al contempo, ogni senso e forma di comunità.
Il neoliberismo è una precisa dottrina economica elaborata negli anni ‘50 da economisti dell’Università di Chicago (tra cui von Heydek e Friedman) che, a partire dall’ipotesi di autoregolamentazione del mercato, propone deregolamentazione dell’economia, privatizzazioni e riduzione della spesa sociale. L’ideologia neoliberista, ammantata di imparzialità scientifica, è però costruita per portare profitto ad una ristretta oligarchia (privilegiati) e la sua veste è dipinta di falso efficientismo, falsa democrazia e falso progresso scientifico.
La situazione è fuori controllo e non è sostenibile per gli umani e per la vita sul pianeta. Quello a cui questa ideologia ci sta conducendo è una distruzione, reale e profonda sia ecologica, che sociale, che culturale.
Ciò è sotto gli occhi di tutte le persone che sono disposte a vederlo.
Giano, antico dio romano dal doppio volto, potrebbe essere il simbolo principe di questa ideologia.
Da una parte, una continua e studiata polarizzazione con una concentrazione economica, politica, militare, culturale mai vista prima, dall’altra una narrazione falsamente libertaria: multinazionali (in realtà schiavitù), democrazia (in realtà opinionismo), eserciti di professione (in realtà difesa dei privilegi), libertà culturale (in realtà omologazione), ambientalismo (in realtà green washing), libertà a tutti i costi (in realtà individualismo ed erosione dei diritti sociali).
Una società prestazionale e ottimizzante in cui non si può più trovare alcun posto per un ‘noi’ di sorta.
Crediamo allora che a questa ideologia si debba contrapporre il suo opposto: una radicale depolarizzazione, una “diluizione” contraria alla concentrazione: localismo, municipalismo, libertà nell’uguaglianza, diritti, comunità, solidarietà, orizzontalità, diffusione.
Ci rifaremo alle piante, piuttosto che agli animali. Le piante e la loro organizzazione ci aiuteranno a definire meglio il corpo di questo movimento.
Ogni pianta infatti è un organismo, ma non un individuo e, come tale, funziona in maniera del tutto diffusa e depolarizzata. Questo significa che non possiede un vero e proprio centro di potere, ma ha una serie di nodi interconnessi tra loro sulla base di alcune linee generali che caratterizzano ed identificano la pianta stessa.
LE RADICI
Le radici sono il nutrimento della pianta, la struttura che permette di vivere e di essere. Le radici sono anche ciò che tiene ancorata la pianta a terra qualora dovesse arrivare una tempesta. La base. Esse sono l’elemento imprescindibile oltre il quale non è possibile che la pianta esista. Rappresentano il lato profondo ed autentico, garanzia di stabilità e di futuro.
Le radici possiedono anche una parte che cresce, si muove e cammina alla ricerca di maggiore nutrimento. Parti non ancora stabili, ma in divenire, che tendono verso qualcosa. Questi elementi non ancora fissati si definiscono zone di distensione.
Avremo così gli assi radicali (acquisiti e imprescindibili) e le zone di distensione (la tendenza verso).
Gli assi vitali delle nostre radici:
1)Municipalismo. Una pianta si muove, evolve ma non si sposta. Municipalismo significa ricreare la comunità in cui le persone vivono, riprendere letteralmente possesso del proprio spazio pubblico e sociale. Mutuare dalle nostre radici l’idea di Polis e o di Comune, per tornare a renderla attuale un passo alla volta.
Avere chiaro che la Politica è differente dall’Amministrazione e che il potere deve essere diffuso e non concentrato. La decisione politica appartiene ai cittadini e alle cittadine che insieme e direttamente definiscono le priorità di azione. Saranno loro che identificheranno chi li amministrerà e questi ultimi avranno il compito di portare avanti le priorità scelte e, per questo, non saranno dei politici, ma dei tecnici, quasi dei meri esecutori.
Nel nostro concetto di municipalismo ogni cittadino e cittadina, ad ogni livello, potrà esprimere la sua idea, avendo ben chiaro che un’idea non è un’opinione. Oggi si vuole lasciar credere che la democrazia consista nell’espressione di una mera opinione. Questo perché le opinioni sono mutevoli, non presupponendo conoscenza, sono facilmente influenzabili e a buon mercato. Le idee sono invece frutto della conoscenza e della trasparenza.
Dobbiamo, dunque, ripartire da quello che gli antichi greci chiamavano Paideia (formazione continua).
Infatti, per poter partecipare alle prese di decisione, le persone devono essere messe in grado di conoscere ciò di cui stanno discutendo. Questo come atto di responsabilità nei confronti di se stesse e degli altri.
Idealmente ogni MOM deve tendere alla creazione di una organizzazione sociale comunitaria. Crediamo che appaltare ad uno stato o a qualsiasi altro organismo distante dalla comunità le proprie sorti, sia una forma di sfruttamento in nuce. L’autogestione ed il federalismo dovranno essere i due binari sui quali camminare.
2)Partecipazione. La partecipazione attiva sarà un elemento centrale di questo movimento, tentando di ridurre al minimo ogni forma di delega. Comunque, la democrazia diretta sarà lo strumento principale, là dove dovranno essere prese rilevanti decisioni comuni. Essa non solo dovrà essere applicata all’interno, ma anche spiegata, diffusa e applicata all’esterno, nel tentativo di farla diventare oggetto di riflessione diffusa nel tessuto della comunità in cui il MOM si sviluppa.
3) Economia autoproduttiva, solidale e locale. Dovranno essere privilegiate, sostenute e sviluppate forme di produzione locale di stampo sia artigianale, che contadino. Così come forme di organizzazione di piccole imprese cooperative e solidaristiche. L’autoproduzione dovrà essere spinta: a partire da quella energetica, fino a quella agricola. Un sistema di produzioni diffuso, non solo è un sistema ecologico e poco controllabile da soggetti esterni, ma anche maggiormente resiliente. L’innovazione deve smettere di competere su un terreno sbagliato ma esplorare le immense opportunità date dalla ricerca della sostenibilità, delle risorse rinnovabili, della bellezza e del benessere. Qui dovremo dare il meglio.
4) Beni comuni/municipalizzate. MOM è antiliberista e ciò significa che è è assolutamente contrario ad ogni forma di privatizzazione dei beni e servizi comuni. Non solo la spoliazione di ciò che è comune va fermata con ogni mezzo, dalla sanità alla scuola, dai rifiuti ai trasporti, dall’energia all’agricoltura, ma la tendenza da sostenere in generale è esattamente quella contraria all’attuale. Ripartendo anche dall’idea di azienda municipalizzata, intesa come impresa a profitto zero, gestita dalla città e amministrata da chi la città indica come amministratore (e non altro).
5) Ecologismo. Crediamo che la sopravvivenza di una società sia legata alla sua capacità di essere in equilibrio con l’ambiente circostante. In questo senso ogni elemento sovradimensionato rispetto al suo intorno è, di per sé, antiecologico e quindi insostenibile. I giacimenti e le riserve non devono essere intaccate e le risorse non possono venire da miniere centralizzate e lontane.. Occorre fare con ciò che si può fare, aumentando la ricchezza di un territorio, non la sua emorragia verso l’esterno. Il nostro territorio deve essere un giardino bellissimo e a tratti assolutamente selvaggio, riserva di biodiversità e vera ricchezza. La questione ecologica è centrale. Crediamo anche che ogni sistema gerarchico sia ontologicamente basato sullo sfruttamento.
La tendenza verso una società ecologica presuppone la ridefinizione dell’organizzazione sociale in chiave orizzontale e partecipativa, perché solo così si potrà abbandonare l’idea di sfruttamento delle risorse fino al collasso, per sostituirla con quella di equilibrio ed armonia.
6) Aclassismo. Le classi sociali sono la risultante di un’organizzazione sociale gerarchica. Infatti, ogni struttura piramidale presuppone inevitabilmente una stratificazione in termini di accesso alle risorse e al potere. MOM crede che invece si debba lavorare per coinvolgere nelle decisioni il maggior numero di persone possibile, così da eliminare ogni forma di classismo. Deve essere chiaro che questa impostazione tende ad esaltare e non a mortificare le capacità del singolo, ma ad un livello comunitario e non legato ad un tornaconto individuale.
7) Antirazzismo/antidiscriminazione. La razza non esiste e, come tale, il razzismo. In virtù del fatto che ogni individuo è, per sua natura, differente da un altro, dovrà essere combattuta ogni forma di stereotipo, pregiudizio e discriminazione a qualsiasi livello. La Terra è di tutti e noi vogliamo viaggiarla e viverla in libertà, esigendo il rispetto di chi arriva e di chi già è radicato nel suo territorio ed è impegnato a migliorarlo.
8) Antifascismo. Ogni tipo di fascismo deve essere estraneo ad ogni MOM in quanto la sua visione del mondo è antitetica a ciò per cui ogni MOM lavora.
9) Asessimo. Crediamo che il sessismo sia diretta emanazione di una cultura basata sullo sfruttamento, derivante a sua volta da una cultura patriarcale affetta da un’impostazione gerarchica. Come l’idea maschilista si fregia del suo dominio sulla terra e sulla natura, così fa in riferimento alla donna. Una comunità basata su principi di condivisione e orizzontalità supera intrinsecamente ogni forma di supremazia e patriarcato, che non rappresenta altro che una degradata idea di razionalismo.
10) Libertà e giustizia. MOM mette in discussione ogni forma di individualismo e di libertà intesa come mera espressione narcisistica di sé, a favore di una nuova sintesi di libertà, uguaglianza e solidarietà, dove il bene sia sempre quello collettivo. MOM coltiva l’uguaglianza delle opportunità e cura la promozione di ogni essere umano e dei suoi diritti.
Le nostre zone di distensione,
1) Matrifocalismo/ecofemminismo. MOM crede che la donna sia portatrice di una visione del mondo, del tempo e delle relazioni di gran lunga più adatta per questo pianeta. La ciclicità e la creazione danno significato all’equilibrio eliminando la nevrosi per l’affermazione del proprio potere. È probabile che una società ecologica, non possa che essere femminista. L’obiettivo a lungo termine di questo cammino da parte del femminino, non può essere dunque quello di una semplice parità di genere, che invece ne è solo una tappa, ma piuttosto una sostituzione concettuale e pragmatica del maschile.
2) Deistituzionalizzazione. Mom crede che le istituzioni (carceri, scuole, residenze assistite,..), così come oggi organizzate, siano in realtà forme di disimpegno della comunità, la quale preferisce demandare e delegare compiti delicati e fondamentali di cura, assistenza e accompagnamento, che invece le dovrebbero appartenere fino in fondo, in maniera diffusa e trasparente.
IL FUSTO
Il fusto di una pianta rappresenta il passaggio di informazioni e di nutrimento dalle radici alle foglie. Nella nostra idea esso simboleggia il modo in cui debbono passare le informazioni e come possono essere prese le decisioni.
LE BASI DEL CONSENSO
Il fine non giustifica i mezzi; i mezzi contengono il fine.
Il MOM nasce dalla convinzione che il rapporto tra mezzi e fini debba essere coerente. Per esempio, se si hanno fini equi e solidali, i modi per realizzare tali fini dovranno esprimere qui e ora, concretamente, equità e solidarietà.
Nella pratica, questo si esprime nel modo di gestire il potere ed in particolare nel modo in cui si prendono le decisioni.
- In ogni consesso di confronto il singolo avrà il potere e la responsabilità di sollevare i problemi, mentre il gruppo dovrà avere il potere e la responsabilità di riconoscerli e risolverli.
- Le buone soluzioni tengono conto sia degli aspetti concreti dei problemi, sia delle relazioni tra i soggetti. Se non c’è un buon rapporto, sufficientemente disteso e fiducioso, anche semplici problemi possono complicarsi e diventare un grave peso. È necessario ricordare che nel lavoro di gruppo entrambi gli obiettivi (di contenuto e di relazione) dovranno essere sempre opportunamente curati, perché l’uno influisce sull’altro.
- Sarà fondamentale, in ogni discussione, essere aderenti ai fatti, ai termini concreti dei problemi, “attaccando” le idee e le proposte, ma rimanendo al contempo interiormente rispettosi verso le persone: “duri col problema, morbidi con le persone”, senza identificarsi con le proprie idee, ricordandosi che “le mie idee, non sono mie!”
- Nell’affrontare i problemi è necessario ricordare che il cuore delle questioni spesso non si trova nelle posizioni di partenza, ma soprattutto nei bisogni, preoccupazioni e convinzioni delle parti coinvolte. E’ per questo auspicabile scandagliare quali sono i veri bisogni in gioco, perché le soluzioni rappresentano la risposta a dei bisogni e lo stesso bisogno può essere soddisfatto in tanti modi diversi, cioè ci possono essere tante soluzioni per uno stesso problema. Orientandosi alla ricerca dei bisogni condivisi è più facile creare le condizioni per trovare soluzioni cooperative, realizzabili, che aprono verso il comune cammino.
- MOM vuole essere anche un processo di gestione costruttiva e nonviolenta dei conflitti. Perciò facilitare una buona comunicazione è un fattore chiave: comunicare “è” gestire la relazione e i conflitti. Imparare ad accettare il fatto di non poter decidere su una determinata questione, deve essere visto come un atto di responsabilità e saper gestire costruttivamente il disagio personale e collettivo che deriva da tutto ciò è indispensabile nel processo consensuale: ascolto, cooperazione, rispetto, pazienza e fiducia sono le qualità fondamentali.
- Saper costruire “accordi nel disaccordo”, dove cioè il disaccordo particolare è dentro una cornice di accordo generale fondato su rispetto e fiducia reciproci. Non è consenso quello che si fonda sulla paura dell’altro o sulla dipendenza dagli altri.
LE FOGLIE
Le foglie rappresentano i produttori di energia vitale.
Nella nostra visione esse incarnano gruppi di affinità tramite i quali si costruisce l’azione, si discutono i principi e si propaga la formazione.
I gruppi di affinità, come le foglie, si autogesticono, sono autonomi, ma al contempo dipendono dalle radici stesse della pianta, cioè da quei principi.
Spesso, in una comunità, già esistono gruppi di affinità, che magari non sanno di appartenere alla stessa pianta. Il primo compito sarà quello di individuare esperienze, aggregazioni, associazioni, che in qualche modo si nutrono delle stesse radici, per condividere l’idea di appartenere ad una pianta comune. Contemporaneamente costruirne altri ed altri ancora.
Una volta condivise le radici ed il fusto, ogni foglia (gruppo di affinità) avrà vita propria e si autogestirà. Ogni gruppo di affinità potrà indicare un portavoce per raccordarsi con le altre foglie dell’albero. Le tematiche di ogni gruppo di affinità saranno scelte dal gruppo stesso.
LA FORESTA
Le piante non sono semplicemente una accanto all’altra, ma un sistema complesso (una foresta) dove tutti gli organismi viventi sono in relazione tra di loro. Gli alberi di diverse specie di una foresta, attraverso gli apparati radicali e anche attraverso i funghi, comunicano tra loro e creano relazioni. Il rapporto fra gli alberi che formano una foresta, e anche fra i funghi, non è concorrenziale, ma è un rapporto di cooperazione mutualistica, tutto questo avviene prevalentemente attraverso il suolo.
Da qui nasce l’idea del MOM di federalismo e di confederazione.
Federalismo. Mom crede che solo il federalismo di comunità e di esperienze, possa, a lungo termine, essere il possibile modo di interscambio.
Confederazione: Le relazioni tra i diversi territori devono essere improntate su rapporti di cooperazione ed equità. Lo sfruttamento neoliberista, il colonialismo hanno depredato e impoverito alcuni territori a beneficio di altri. La confederazione dovrà rappresentare quel suolo comune che riequilibri le condizioni di partenza e che faciliti scambi e relazioni.
I SEMI
I semi sono il modo della propagazione di MOM.
MOM non deve aver paura di diffondere il suo punto di vista e le sue pratiche. Anzi, questo sarà uno dei suoi compiti iniziali.
Per fare questo possono essere utilizzati i media tradizionali, ma occorre imparare anche a coinvolgere portatori di interesse eterogenei e “testimoni” coerenti e significativi.
L’azione politica, anche quella istituzionale, farà parte della propagazione dei semi e, per questo motivo, non sarà ostacolata. Ciò significa che, per ottenere passi avanti in direzione della costituzione di una federazione di MOM, sarà necessario per prima cosa diffonderne i semi e, tra le altre cose, anche quello di partecipare alle elezioni ne è una forma.
L’idea è quella dell’assedio: una vittoria completa si può sperare solo se si interviene contemporaneamente da fuori e da dentro; del resto gli Achei sono riusciti a vincere la guerra di Troia, proprio grazie a questo stratagemma.
“la crescita di un essere umano è un processo collettivo, un processo nel quale partecipano sia la comunità sia l’individuo.”
(Murray Bookchin – 1986, p.79)